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Condizionatori nei saloni parrucchieri, ecco cosa sapere

L’uso di condizionatori in ambienti umidi come i saloni di parrucchieri (o anche cucine industriali) presenta una serie di sfide specifiche. Vediamo quali sono le problematiche più comuni e come affrontarle:

Problematiche principali:

  • Condensazione: L’aria umida, a contatto con le superfici fredde dell’unità interna del condizionatore, provoca la formazione di condensa. Questo può portare a gocciolamento sulla superficie della macchina interna, alla formazione di muffe, al deterioramento delle pareti e dei soffitti e creare un ambiente malsano.
  • Inefficienza energetica: L’umidità nell’aria rende meno efficiente il processo di deumidificazione, costringendo il condizionatore a lavorare di più per raggiungere la temperatura desiderata, con conseguente aumento dei consumi energetici.
  • Proliferazione di batteri e muffe: L’umidità crea un ambiente ideale per la proliferazione di batteri e muffe, che possono causare problemi respiratori ai clienti e agli operatori del salone.
  • Danni agli strumenti: L’umidità può danneggiare gli strumenti utilizzati nei saloni, come forbici, piastre e phon, accelerandone l’usura e riducendone la durata.
  • Disagio per i clienti: L’umidità eccessiva può rendere i clienti infastiditi e a disagio, soprattutto durante i trattamenti più lunghi.

Soluzioni:

  • Scelta del condizionatore:
    • Condizionatori deumidificatori: Questi modelli sono specificamente progettati per rimuovere l’umidità dall’aria, riducendo drasticamente il rischio di condensa e muffe.
    • Condizionatori canalizzato: Scegliere un condizionatore canalizzato potrebbe essere una soluzione più efficiente rispetto al classico split in quanto la sua portata d’aria e molto più uniforme.
    • Sistemi di ventilazione: Un sistema di ventilazione meccanica controllata (VMC) può garantire un ricambio continuo dell’aria, riducendo l’umidità e migliorando la qualità dell’aria interna.
  • Manutenzione:
    • Pulizia regolare: È fondamentale pulire regolarmente i filtri del condizionatore per garantire un funzionamento ottimale e prevenire la proliferazione di batteri e muffe.
    • Controllo dei canali: I canali dell’impianto di climatizzazione devono essere ispezionati periodicamente per verificare l’assenza di condensa e muffe.
  • Isolamento:
    • Isolamento termico: Un buon isolamento termico delle pareti e del soffitto aiuta a ridurre la formazione di condensa e a mantenere una temperatura più stabile all’interno del salone.
  • Altre misure:
    • Aspirazione locale: L’utilizzo di aspiratori locali durante i trattamenti che producono più vapore può aiutare a ridurre l’umidità nell’aria.
    • Deumidificatori portatili: In aggiunta al condizionatore, l’utilizzo di deumidificatori portatili può essere utile per ridurre ulteriormente l’umidità in zone specifiche del salone.

Considerazioni aggiuntive:

  • Dimensioni del salone: La scelta del condizionatore deve tenere conto delle dimensioni del salone e del carico termico prodotto dalle persone e dalle apparecchiature.
  • Posizionamento dell’unità interna: L’unità interna del condizionatore deve essere posizionata in modo da garantire una buona distribuzione dell’aria e ridurre al minimo il rischio di condensa (lontano dai phon).
  • Manutenzione periodica: È fondamentale affidare la manutenzione del condizionatore a tecnici specializzati per garantire il suo corretto funzionamento e la durata nel tempo.

In conclusione, la scelta e l’utilizzo corretto di un condizionatore in un salone di parrucchieri sono fondamentali per garantire un ambiente sano, confortevole ed efficiente dal punto di vista energetico.

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Serbatoio, in polietilene o in acciaio zincato?

Quando si parla di stoccaggio acqua e quindi di acquisto di un serbatoio questa è la domanda che spesso ci viene posta

Per l’acqua potabile, la scelta tra un serbatoio in polietilene e uno in acciaio zincato dipende da diverse variabili:


Vantaggi del polietilene:

  • Maggiore resistenza alla corrosione: Il polietilene è un materiale inerte che non reagisce con l’acqua, non arrugginisce e non rilascia sostanze nocive, garantendo la salubrità dell’acqua potabile.
  • Minor peso: I serbatoi in polietilene sono più leggeri di quelli in acciaio zincato, facilitando il trasporto e l’installazione.
  • Maggiore resistenza agli urti: Il polietilene è un materiale flessibile che può sopportare urti e colpi senza deformarsi o rompersi.
  • Minore manutenzione: I serbatoi in polietilene non necessitano di una manutenzione regolare, come la verniciatura o la zincatura.
  • Maggiormente ecocompatibili: Il polietilene è un materiale riciclabile alla fine del suo ciclo di vita.

 

 

 


Vantaggi dell’acciaio zincato:

  • Maggiore resistenza alle alte temperature: L’acciaio zincato sopporta meglio le alte temperature rispetto al polietilene, che può deformarsi se esposto a calore eccessivo.
  • Maggiormente robusto: L’acciaio è un materiale più robusto del polietilene e può sopportare carichi maggiori.
  • Estetica: I serbatoi in acciaio zincato possono avere un aspetto più gradevole rispetto a quelli in polietilene.

 

 


**In generale, i serbatoi in polietilene sono considerati la scelta migliore per l’acqua potabile grazie alla loro maggiore resistenza alla corrosione, al minor peso, alla maggiore resistenza agli urti e alla minore manutenzione.

Tuttavia, i serbatoi in acciaio zincato possono essere una valida alternativa se si necessita di un serbatoio resistente alle alte temperature o se si preferisce un’estetica più industriale.**

Indipendentemente dal materiale scelto, è importante che il serbatoio sia certificato per l’uso con acqua potabile e che rispetti le normative igienico-sanitarie.

Alcune considerazioni aggiuntive:

  • Dimensioni: I serbatoi in polietilene sono disponibili in una più ampia varietà di forme e dimensioni rispetto ai serbatoi in acciaio zincato.
  • Installazione: I serbatoi in polietilene possono essere installati più facilmente fai da te rispetto ai serbatoi in acciaio zincato, che possono richiedere l’intervento di un professionista.
  • Durata: Entrambi i materiali possono durare a lungo se ben mantenuti. Tuttavia, i serbatoi in polietilene hanno una vita media leggermente più lunga rispetto a quelli in acciaio zincato.

In definitiva, la scelta tra un serbatoio in polietilene o uno in acciaio zincato per l’acqua potabile deve essere fatta in base alle proprie esigenze specifiche e al proprio budget.

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Come funziona un condizionatore

Il condizionatore ormai è diventato oggetto di prima necessità nelle nostre abitazioni, i continui e torridi caldi hanno reso questo prodotto indispensabile presso la nostra casa.

Vi siete mai chiesti come funziona?

Un condizionatore funziona sfruttando un ciclo frigorifero per sottrarre calore all’ambiente interno e cederlo all’esterno. Il processo si basa su quattro componenti principali:

1. Fluido refrigerante: Un fluido speciale che ha la capacità di assorbire e rilasciare calore facilmente.

2. Compressore: Una pompa che comprime il gas refrigerante, aumentando la sua pressione e temperatura.

3. Scambiatore di calore interno (evaporatore): Un dispositivo all’interno dell’unità split dove il gas refrigerante evaporando assorbe calore dall’aria dell’ambiente.

4. Scambiatore di calore esterno (condensatore): Un dispositivo all’esterno dell’unità dove il gas refrigerante, compresso e caldo, cede calore all’aria esterna condensandosi.

Ciclo di funzionamento:

  1. Evaporazione: Il gas refrigerante liquido a bassa pressione entra nello scambiatore di calore interno (evaporatore). Qui assorbe calore dall’aria dell’ambiente, evaporando e diventando gas a bassa temperatura.
  2. Compressione: Il gas refrigerante a bassa temperatura viene aspirato dal compressore, che lo comprime aumentando la sua pressione e temperatura.
  3. Condensazione: Il gas refrigerante caldo e compresso entra nello scambiatore di calore esterno (condensatore). Qui cede calore all’aria esterna, condensandosi e tornando allo stato liquido.
  4. Espansione: Il liquido refrigerante a alta pressione passa attraverso un dispositivo chiamato valvola di espansione, che lo fa depressurizzare e raffreddare.
  5. Riciclaggio: Il liquido refrigerante freddo e a bassa pressione entra nuovamente nell’evaporatore per completare il ciclo.

In questo modo, il condizionatore sottrae calore all’ambiente interno e lo cede all’esterno, abbassando la temperatura dell’aria.

Oltre a questi componenti principali, un condizionatore include anche altri elementi come ventilatori, filtri e sistemi di controllo che ne ottimizzano il funzionamento e garantiscono comfort e prestazioni.

Esistono anche condizionatori reversibili, che possono funzionare sia per il raffreddamento che per il riscaldamento. In questo caso, il ciclo frigorifero viene invertito, utilizzando il calore esterno per riscaldare l’ambiente interno.

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Detrazione fiscale caldaia 2024: come ottenerla

Come tutti sappiamo il Governo Italiano a partire dal 17 febbraio 2023 ha decretato lo stop allo sconto in fattura caldaia, non ha tolto però la possibilità di usufruire dell’Ecobonus. I Bonus Caldaia 65% e 50% infatti sono comunque accessibili con la detrazione fiscale sulla propria dichiarazione dei redditi annua.

Richiedere la detrazione fiscale caldaia è molto semplice, in quanto non servono complicati adempimenti burocratici. Inoltre, come per lo sconto in fattura, i vantaggi economici si applicano sui costi complessivi dei lavori per la sostituzione della caldaia, quindi per i materiali e la manodopera.

In generale, è importante affermare che per accedere a questi incentivi è necessario sostituire la vecchia caldaia con un nuovo generatore di calore più efficiente, ad esempio  una caldaia a condensazione in classe A (alimentazione a Gas), una pompa di calore (alimentazione ad elettricità), oppure un sistema ibrido (caldaia a gas con integrata una pompa di calore elettrica).

Detrazioni fiscali caldaia: quali sono i Bonus disponibili

Per la sostituzione della caldaia, gli incentivi più utilizzati sono il Bonus Casa e l’Ecobonus, in quanto consentono un’intervento più specifico e meno dispendioso rispetto al Superbonus, peraltro diventato poco accessibile con lo stop allo sconto in fattura e le limitazioni per le unifamiliari.

Per l’installazione di una nuova caldaia con Bonus è quindi importante sapere che:

  • Si ha diritto alla detrazione 50% in caso della sola sostituzione della vecchia caldaia con una nuova caldaia a condensazione in classe A o superiore.
  • Si ha diritto alla detrazione 65% quando, oltre a sostituire la caldaia con un modello più efficiente, si provvede anche a dotare l’impianto di riscaldamento dei sistemi di termoregolazione evoluta. Ovvero installa termovalvole per i termosifoni e del termostato modulante.

Chi consente la detrazione fiscale caldaia? E quali sono i requisiti?

I termoidraulici e le aziende installatrici con regolare partita IVA consentono di  usufruire della detrazione fiscale.

Tra i requisiti fondamentali per l’accesso alle agevolazioni fiscali, infatti, ci sono:

  • l’emissione di regolare fattura da parte dell’installatore,
  • il pagamento tracciato della fattura da parte del cliente (mai in contanti),
  • l’emissione del libretto dell’impianto che certifica la sostituzione della caldaia
  • la pratica ENEA.

Le ditte installatrici di caldaie a condensazione che consentono tale opportunità, devono quindi essere ditte serie ed in regola, in quanto gli idraulici fai da te, oltre a non offrire le garanzie di un lavoro a regola d’arte, non consentono di ottenere tutta la documentazione necessaria.

Bonifico parlante per le detrazioni fiscali: come compilare la causale?

Per usufruire dell’Ecobonus, qualunque esso sia, è necessario pagare con un bonifico parlante che richiami il “filone” di appartenenza dei lavori svolti (ristrutturazione edilizia, risparmio energetico, ecc ecc)

Solitamente il bonifico si esegue in questo modo:

  • Causale bonifico: Lavori volti al risparmio energetico ai sensi art. 1, co. 344-347, L. 27/12/2006, n. 296
  • Inserire il codice fiscale del beneficiario della detrazione
  • Inserire il numero di partita Iva o il codice fiscale dell’azienda o professionista che ha effettuato i lavori.
  • indicazione del filone di appartenenza dei lavori: generalmente le banche hanno un menù a tendina nella pagina del bonifico
  • inserimento dell’importo fedele alla fattura

Quando conviene acquistare la caldaia con la detrazione fiscale?

Negli ultimi anni, gli incentivi fiscali e la prospettiva del risparmio energetico ottenibile con le nuove caldaie a condensazione, stimato fino al 30% sui consumi di gas, hanno determinato un forte aumento della richiesta di installazioni e sostituzioni delle caldaie.

Acquistare la caldaia con la detrazione fiscale, in generale, conviene sempre, in quanto consente di sostituire il vecchio generatore risparmiando fino al 65% sui costi complessivi dell’installazione.

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Conversione Watt in BTU o viceversa

 





 

In questo articolo spiegheremo cosa sono i watt e i BTU e come è possibile calcolare la loro conversione

Watt
Unità di misura della potenza che viene utilizzata dal sistema internazionale. In Watt si misura la potenza di un elettrodomestico e ci consente di calcolare l’energia consumata. In particolare ciò che interessa maggiormente è il watt/ora, ovvero il consumo di un elettrodomestico per ora di utilizzo (più usato il kilowatt/ora pari a 1000 watt/h).

BTU (British Thermal Unit)
È un’unità di misura dell’energia, ed è utilizzato spesso al posto dei Watt (W). Una BTU è definita dalla quantità di calore richiesta per alzare la temperatura di 454 grammi di acqua da 60 a 61 gradi Fahrenheit. Le BTU/h sono solitamente utilizzate nella definizione del potere refrigerante dei sistemi di condizionamento degli ambienti come anche del potere calorifico dei combustibili.

Per convertire W in BTU/h, basta sapere che 1 W corrisponde a 3,41 BTU/h. Quindi per passare da BTU/h a Watt si divide per 3,41; per passare da Watt a BTU/h si moltiplica per 3,41.

Convertitore BTU
Immetti un valore in Watt per convertirlo in BTU/h (o viceversa):

Watt

 
BTU/h















 

 

Condizionatori in condominio, cosa sapere

Quando si installa un condizionatore in un abitazione facente parte di un condominio ci sono due aspetti fondamentali da considerare: la rumorosità dell’impianto e dove viene installata l’unità esterna, in quanto non deve arrecare problemi estetici alla facciata.

LE PICCOLE REGOLE DA RISPETTARE

Quando un condizionatore viene installato sul balcone di casa propria, il proprietario è nel pieno dei suoi diritti, non ha quindi necessità di autorizzazione né di richiedere un particolare permesso. Per legge, è importante però rispettare cinque regole in modo da non ledere gli altri condomini:

  • Informare preventivamente l’amministratore di condominio
  • L’obbligo di non danneggiare il decoro architettonico dell’immobile (l’estetica della facciata)
  • Installare l’impianto in orari consoni  senza disturbare i condòmini 
  • L’obbligo di rispettare delle distanze minime tra balconi e finestre, se l’installazione del condizionatore viene effettuata sulla facciata dell’edificio (previo permesso condominiale)
  • L’attenzione alla normativa e alle autorizzazioni comunali

I DOVERI DEL PROPRIETARIO DI CASA

L’articolo 1122 del codice civile stabilisce cheil condomino non può eseguire opere che rechino danno alle parti comuni ovvero determinino un pregiudizio alla stabilità, alla sicurezza o al decoro architettonico dell’edificio.”

In base all’articolo sopra descritto se il proprietario di casa desidera montare un impianto di condizionamento sul suo balcone, deve prima avvisare l’amministratore di condominio, che riferirà la notizia all’assemblea ordinaria. È un obbligo che riguarda soltanto le parti comuni della proprietà immobiliare (in questo caso il balcone di casa). Non servirà un voto per l’autorizzazione dei condòmini, ma questi dovranno essere informati.

TUTELA DELL’ESTETICA DEL CONDOMINIO

Se per installare un condizionatore non è necessaria l’approvazione dell’assemblea, il voto è necessario per tutelare il decoro estetico della facciata dell’edificio. In questo caso l’assemblea ha il diritto di esprimere il suo disaccordo per evitare che si rischi una lesione alla facciata di proprietà comune. La necessità di rivolgersi a un perito per valutare la situazione dipende da diversi fattori: il comportamento degli altri condòmini, le dimensioni dell’impianto, la posizione scelta per l’unità.  

Per evitare qualsiasi tipo di problema, dove è possibile, l’ideale è montare l’impianto su un balcone che affacci su una parte interna dell’edificio.

RUMORI E DISTANZE MINIME

Bisogna stare molto attenti alla rumorosità di un condizionatore in quanto i rumori dell’impianto possono risultare fastidiosi per i condòmini. Il codice civile ha posto il divieto delle immissioni acustiche «superiori alla normale tollerabilità», un parametro che si stabilisce con una perizia fonometrica. Per evitare che si arrivi a tanto, in fase di acquisto (per informazioni su acquisto condizionatore clicca qui) è bene valutare un modello anche in base alla silenziosità dell’apparecchio.

Per quanto riguarda le distanze minime da rispettare, il condizionatore non può essere fissato alla parte inferiore del balcone del piano superiore a quello del vicino. La legge tutela il diritto del proprietario, a cui viene tolta la possibilità di utilizzare la metratura di pertinenza del suo immobile. La soglia minima da rispettare (art. 905 CC) è di 1,5 metri quando l’installazione di un condizionatore può ledere spazio e distanze di vedute panoramiche.

Quando si deve installare un condizionatore in condominio, la normativa è chiara su come deve comportarsi un padrone di casa: ecco perché prima di un acquisto è importante conoscere tutte queste informazioni. Aiuteranno a capire quale modello scegliere anche in base all’edificio in cui si vive.

 

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Come riutilizzare l’acqua di condensa del condizionatore di casa

In quasi tutte le abitazioni domestiche oggi è presente almeno un condizionatore, come tutti noi sappiamo questo macchinario durante il processo di raffrescamento o riscaldamento dell’aria espelle acqua demineralizzata, ovvero acqua senza componente salina al suo interno che solitamente viene fatta scolare nei tubi di scarico o semplicemente viene gettata via.

In realtà potremmo riutilizzare quest’acqua in molteplici attività, evitando non solo sprechi ma facendo anche del bene:

 

L’acqua di condensa è ottima per innaffiare le piante acidofile come l’azalea, la camelia e la gardenia. Evitare di innaffiare le piante carnivore in quanto hanno bisogno di un’acqua ancora più pura come quella oligominerale

 

 

 

Per evitare che il calcare dell’acqua corrente otturi i fori del ferro da stiro utilizzare la condensa del condizionatore è una scelta ecologica molto importante

 

 

Un altro utilizzo che ne potrete fare dell’acqua di scarico del climatizzatore è sfruttarla per creare del sapone liquido casalingo, ecco le istruzioni:
– 1 lt di acqua scarico climatizzatore

– 3 cucchiai di detersivo di Marsiglia in scaglie

Versate il composto in una bottiglia ed agitatelo energicamente: eseguite questa operazione per diversi giorni, fino a quando le scaglie non si saranno completamente sciolte nel liquido. Così facendo, avrete ottenuto un sapone ottimo per fare il bucato.

 

Dovete sapere che l’acqua ricca di calcare che usiamo per lavare i nostri capelli li sporcano facilmente oltre a danneggiarli nel tempo. L’acqua di scarico dei climatizzatori è una valida soluzione: dopo averne raccolta a sufficienza mettetela in una pentola e fatela riscaldare alla temperatura che gradite. A questo punto lavate i capelli come di consueto usando shampoo e balsamo, vedrete che in poco tempo tornerete ad avere dei capelli puliti e forti.

 

 

Una saggia scelta ecologica è quella di usare l’acqua del condizionatore per pulire la veranda o anche l’interno della casa. In un secchio puoi aggiungere candeggina o sapone e con una scopa puoi iniziare a pulire la tua casa, sapendo che l’acqua che stai usando è “riciclata”.

 

 

 

L’acqua proveniente dal condizionatore può essere impiegata per: rimboccare l’acqua del radiatore, riempire la vaschetta dei tergicristalli oppure per lavare la macchina. Quest’acqua è migliore rispetto all’acqua corrente delle tubature in quanto, essendo priva di calcare evita di danneggiare l’auto.

 

 

 

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Impianto idraulico: tubi in rame o multistrato? Le differenze!

Fino e poco tempo fa’ la scelta su come costruire un nuovo impianto era tra i tubi in rame o in polietilene. Ormai da pochi anni il multistrato è la nuova tecnologia di tubi che molti installatori stanno preferendo.

Tubi in Rame

Se parliamo di durevolezza o resistenza il rame è un materiale sicuramente più adatto, resiste agli urti e può quindi essere utilizzato per qualunque tipo di tubatura, inoltre si presta ad essere facilmente piegato. È un materiale estremamente durevole negli anni, e questo assicura impianti che restano affidabili anche a distanza di decenni dalla loro costruzione. Da non sottovalutare anche il fatto che questo tipo di tubatura può essere saldata e questo lo rende un materiale facilmente riparabile, qualora se ne dovesse verificare la necessità, senza dover ricorrere a manodopera specializzata o particolarmente invasiva.

 

 

 

Tubi in Multistrato
Tubi in Multistrato

Il tubo in multistrato, è una nuova tipologia di tubazioni, composta sempre da polietilene reticolato, ovvero sottoposto ad un processo chimico che irrobustisce la struttura molecolare e ne aumenta le caratteristiche di resistenza al calore. È inoltre inserito uno strato intermedio di alluminio, necessario a mantenere impressa la curvatura del tubo. Le giunzioni tra i diversi tubi vengono realizzate con pinze pressatrici apposite e tenute con gli oring ad alta densità. È semplice da posare, ed è possibile realizzare anche a mano le curvature mentre con il rame è necessario usare la piegatubi.

 

Se paragonati dal punto di vista delle caratteristiche fisico-meccaniche, il rame risulta di gran lunga superiore sia nella durata sia nella resistenza rispetto al multistrato. Ma non è solo per questo che viene preferito il suo utilizzo.

Analizzando infatti quello che riguarda la sicurezza per la nostra salute, il rame, essendo un materiale naturale, che per millenni è stato usato nella produzione di condutture e contenitori di cibi e bevande, ci garantisce la sua totale assenza di tossicità, comprovata dal duraturo utilizzo. È  un materiale del tutto impermeabile, per cui non assorbe sostanze organiche, inoltre grazie alle proprietà batteriostatiche che presenta, previene la riproduzione di virus e batteri che possono trovarsi nell’acqua proveniente da vecchie tubature in ferro, caratteristica molto importante quando parliamo di sostanze che ingeriamo, come l’acqua potabile. Inoltre il rame sopporta bene il surriscaldamento, senza subire deterioramento, un ulteriore motivo per cui si presta bene ad essere utilizzato per gli impianti idrici sanitari. L’acqua calda infatti, dopo aver attraversato le tubature riscaldandole, viene in contatto con la nostra pelle quando ci laviamo. Risulta estremamente importante quindi, che quest’acqua non trasporti con se tracce del materiale che attraversa.

Per quanto riguarda l’impianto di riscaldamento, anche in questo caso l’utilizzo del rame anche è una scelta obbligata , in quanto il multistrato quando raggiunge le temperature elevate, subisce notevoli dilatazioni termiche, e alla lunga può generare fastidiose perdite nei punti di raccordo.

Infine c’è da considerare anche l’aspetto ambientale; il rame è un materiale riciclabile al 100%, ed il suo utilizzo riduce notevolmente l’impatto ambientale, sia nella realizzazione, che in un ipotetico smaltimento futuro.

Per quanto riguarda l’aspetto economico, il costo di un impianto idraulico in rame è sicuramente più elevato di un impianto in multistrato, ma ragionevole se considerato in prospettiva di qualità e duratura dell’impianto, non a caso quando presente, è un valore aggiunto all’immobile.

Ci sarebbe ancora tanto da dire e magari in altri articoli potremmo sviscerare a fondo tutte le caratteristiche sia di una tubatura che dell’altra.

Per qualsiasi approfondimento e chiarimento potete recarvi in sede e consultare i nostri tecnici al banco vendita, nella nostra pagina contatti troverete i nostri recapiti telefonici e i nostri indirizzi per raggiungerci.

Vuoi verificare se un’impresa è certificata Fgas? Ecco come!

Chi può operare sulle apparecchiature di gas refrigerante?

Solo il personale in possesso della certificazione F-GAS può operare su apparecchiature di gas refrigerante. “Attività di installazione, riparazione, manutenzione, assistenza o smantellamento di apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria, pompe di calore fisse contenenti taluni gas fluorurati ad effetto serra”

Dal 2013 è obbligatorio per le operazioni di installazione, verifica e controllo delle eventuali perdite di gas refrigerante possono essere effettuate solamente dal personale certificato F-gas e iscritto al Registro Nazionale delle persone delle imprese certificate.

Il lavoro effettuato infatti dovrà poi essere registrato sul portale F-Gas.

C’è un modo per verificare se l’impresa a cui ho affidato i lavori è certificata F-Gas?

Certo che c’è, ed è facile ed immediato controllare.

La camera di commercio ha messo a disposizione un sito web proprio per questo tipo di operazioni. Basta infatti andare su www.fgas.it, il nuovo portale per tutte le operazioni inerenti ai gas fluorurati. Nella sezione Ricerca Imprese è possibile sapere se una ditta è certificata o meno.

Per ricercare se una ditta è certificata F-Gas clicca qui

Su questo sito sono censite tutte le ditte italiane certificate F-Gas. E’ possibile fare una ricerca impostando numerosi filtri: di regione e provinciaCodice fiscale installatore o manutentore; Ragione Sociale, tipo di Attività ed Profilo dove dovrete impostare “in possesso di certificato“ per far apparire appunto l’elenco delle sole aziende certificate, infine cliccare su Visualizza per far comparire l’elenco.

A questo punto avrete due strade:

  • Impresa trovata dove potrete cliccare per vederla in dettaglio
  • Nessun dato  l’Azienda NON è certificata o potreste aver compilato in modo errato.  Per esserne sicuri richiedete all’Azienda in questione una visura camerale recente  in cui possiate verificare senza nessun dubbio l’iscrizione, i requisiti tecnici e  la certificazione FGAS.

E’ possibile controllare anche se una singola persona è certificata F-Gas?

Certo, dal portale FGAS si può verificare anche  se una persona sia in possesso dei requisiti FGAS, basta infatti che anziché andare nella sezione ricerca imprese si vada nella sezione Ricerca Persone

Per ricercare se una persona è certificata F-Gas clicca qui


Anche qui è possibile fare una ricerca impostando molti filtriNazione e RegioneCodice Fiscale della persona da ricercare come installatore o manutentore, Cognome,  Attività a cui si fa riferimento (Attività di installazione, riparazione, manutenzione, assistenza o smantellamento di apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria, pompe di calore fisse contenenti taluni gas fluorurati ad effetto serra ), Profilo dove dovrete impostare “in possesso di certificato rilasciato secondo il DPR43/2012“ per ricercare solo le persone certificate, a questo punto cliccate anche qui su Visualizza ed otterrete il risultato che vi occorre.

Diffida sempre dal classico tuttofare, un lavoro fatto male ti costa molto molto di più rispetto ad un lavoro fatto da una ditta specializzata.
Manutenzione dell’autoclave: cosa sapere

La manutenzione dell’autoclave è un intervento importante che non deve essere lasciato al caso, ma soprattutto essere eseguito da un esperto professionista del settore.

L’autoclave è un sistema utile che serve ad utilizzare una riserva d’acqua contenuta nei serbatoi ed immagazzinata in modo tale da usufruirne in casi di urgenza. La sua funzione principale è quella di evitare cali di pressione all’interno del circuito dovute ad aperte di molti rubinetti in contemporanea oppure a pressione di impianto idrico troppo bassa.

La manutenzione ha l’obiettivo di verificare che all’interno dell’impianto non ci siano residui o detriti ma anche di tenere sotto controllo la pressione, in modo da fare accendere e spegnere l’autoclave nei momenti di necessità.

Ci teniamo a precisare che un sistema di autoclave privo di serbatoio è un sistema ILLEGALE in quanto priva di acqua le condutture in modo drastico e improvviso, scoraggiamo con forza quindi questo tipo di situazione.

Cos’è oggetto di manutenzione

Uno dei componenti da manutenere è sicuramente il vaso di espansione per la regolazione della pressione dell’autoclave, infatti nel caso in cui il vaso di espansione perde pressione può dare vita a ripetuti cicli di accensione e spegnimento della pompa di circolazione, provocando cosi il suo deterioramento e un danneggiamento del vaso di espansione stesso.

Rientrano nell’ambito dei lavori di manutenzione di questo impianto anche le operazioni di pulizia da detriti contenuti nell’acqua proveniente dalla rete idrica. Purtroppo, nel medio – lungo termine queste
impurità possono risultare dannose per il pressostato dell’impianto (quest’ultimo si occupa di attivare la circolazione della pompa elettrica dell’autoclave), alterandone il suo buon funzionamento.

 

Regole di manutenzione autoclave per un condominio

Per un condominio l’uso dell’autoclave è pressochè fondamentale per garantire la giusta pressione del flusso d’acqua a tutti i condomini.

Secondo le normative vigenti al momento non esiste una  manutenzione dell’ autoclave obbligatoria imposta per legge ai privati. Detto questo però, la legge attribuisce una responsabilità civile all’amministratore condominiale in quanto responsabile della gestione delle acque interne ad uso potabile. L’acqua che esce fuori dall’autoclave deve essere considerata, secondo i parametri del D.lgs. 31/2001, un vero e proprio alimento, come anche stabilito anche dal Regolamento CE 178/2002. Pertanto, secondo la legge, in presenza di un’autoclave un condominio deve predisporre un piano di autocontrollo dell’acqua, al fine di tutelare la salute dei condomini.

 

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